Mentre gli ultra ricchi ballano, i poveri aumentano.
Dal 2020, Covid, conflitti e inflazione globale hanno causato un aumento della povertà in molte regioni del mondo.
La Banca Mondiale stima che tra il 2020 e il 2021 circa 100 milioni di persone siano ricadute in una situzione di povertà estrema, cioè sotto la soglia dei 2,15 dollari al giorno.
Nel frattempo, gli ultra ricchi festeggiano l’ennesima concentrazione del potere economico: i 10 uomini più ricchi al mondo da soli detengono circa 1,4 trilioni di dollari. Niente male, vero?
Le recenti elezioni americane hanno inoltre attestato che anche le democrazie “mature” stanno sempre più slittando verso quello che potremmo definire un sistema plutocratico: il governo di pochi, ma molto ricchi.
Il miliardario Trump, anche grazie al supporto del miliardario Elon Musk e di diversi altri amici miliardari che hanno donato alla causa, ha vinto le elezioni diventando, di nuovo, il presidente degli Stati Uniti.
Non che dall’altra parte ci fosse un partito particolarmente vicino ai marginalizzati e ai deboli: probabilmente tra un gruppo di ultra ricchi e uno di molto ricchi, la classe media e i più poveri hanno scelto gli ultra, così da dare almeno un senso all’enorme disuguaglianza economica.
Alla consapevolezza di non poter entrare a far parte di quell’1% che detiene quasi il 50% della ricchezza globale, fa da contraltare la paura di scivolare nel vasto 40% di popolazione mondiale che vive in povertà, se non addirittura in povertà estrema.
Sia dunque lodato chi, come Trump, garantisce al borghese bianco occidentale di rimanere lì dov’è: lontano dai ricchi, è vero, ma ancor più lontano - ad almeno un muro di distanza - dai veri poveri.
LA COP NON SEI TU
A metà novembre si è svolta a Baku la Cop29, la conferenza dell'Onu sul clima.
L’edizione azera, che segue quella precedentemente organizzata a Dubai, Emirati Arabi Uniti, ritenuta fallimentare da molti attivisti, non lascia grande ottimismo sul futuro del pianeta.
Non è difficile capire il motivo del : le Cop sono ormai appannagio quasi eslcusivo dei lobbisti delle grandi aziende dell’Oil & Gas, come spiega Antonio Piemontese su Wired Italia.
“Sarebbero almeno 1773 i lobbysti dell'oil and gas, tra i principali settori economici indiziati per il surriscaldamento globale, presenti a Cop29. Un numero stimato per difetto. Poche delegazioni hanno più personale in Azerbaijan: quella locale, come è ovvio (2.229 membri), quella del Brasile, dove si svolgerà la Cop30 dell'anno prossimo, (1.914 elementi) e quella turca (1.862)”.
“Tra i 52mila delegati ci sono anche figure legate all’agri-business (fertilizzanti e pesticidi vengono prodotti anche col petrolio), alla finanza, alla lobby dei trasporti, anche se non sono conteggiate nel rapporto. Non poteva mancare Big Tech, con molti dei nomi più grandi tra le multinazionali del digitale: sempre utile conoscere di persona chi conta nei Paesi del globo, soprattutto quando i consumi energetici dell'intelligenza artificiale stanno andando alle stelle, rappresentando una frazione non indifferente di quelli mondiali”.
PLUTOCRAZIA
La democrazia americana, con la seconda elezione di Trump, ha fatto un passo decisivo verso la trasformazione in vera e propria plutocrazia.
Una Governo degli Ultraricchi con una visione radicalmente conservatrice e razzista della società, in grado di attirare le simpatie - ovviamente ben celate - anche di buona parte dell’Europa bianca e borghese.
Se la spinta di Elon Musk e dei suoi milioni donati alla causa è ben nota, meno conosciuti sono alcuni dei grandi miliardari che hanno finanziato questo progetto di Governo degli Ultraricchi.
Tra i tanti spicca il nome di Timothy Mellon, imprenditore e investitore noto per essere erede della famiglia Mellon, una delle famiglie più ricche e influenti degli Stati Uniti.
Come Elon, anche il buon Timothy si considera un imprenditore "self-made," ritenendo che il suo successo derivi dal proprio lavoro piuttosto che dal patrimonio familiare.
Già nel 2021 aveva fatto molto discutere la sua donazione di 53 milioni di dollari al fondo del governatore del Texas Greg Abbott per costruire un muro al confine dello stato con il Messico.
Come ricostruisce Fortune, la donazione di Mellon rappresentava il 98% dei fondi raccolti.
Ma il colpo di genio è un altro: essendo la donazione diretta a un governo statale per essere utilizzata in opere pubbliche, era completamente deducibile dalle tasse.
"Penso che, in fin dei conti, lui voglia essere lasciato in pace e non voglia che nessuno lo tassi," ha detto un membro della famiglia Mellon a Vanity Fair. "È quella visione libertaria che si è radicalizzata. Ci sono molte persone davvero ricche là fuori che semplicemente non sentono più il bisogno di pensare a ciò che è meglio per l'America."
TRILIONI
Ovviamente una grossa spinta all’elezione di Trump è arrivata dalla Silicon Vally, solo trent’anni fa ingenuamente immaginata come la “patria dei fricchettoni nerd” e oggi sempre più avamposto dell’ultra destra conservatrice americana e globale.


Per avere un’idea dell’influenza di Big Tech, basti pensare che sono sei le aziende del settore listate a Wall Street con una capitalizzazione di mercato superiore a un trilione (immaginatevi un “1” seguito da dodici “0”).
Il potere economico di Big Tech si riflette ovviamente nel portaglio personale dei proprietari di queste aziende.
Ben sette di loro appaiono nella classifica dei 10 uomini più ricchi del mondo: Elon Musk (X, Tesla, SpaceX), Jeff Bezos (Amazon), Mark Zuckerberg (Meta), Larry Ellison (Oracle), Bill Gates (Microsoft), Steve Ballmer (ex Microsoft), Larry Page (Google).
La ricchezza detenuta singolarmente da questi individui è superiore al PIL di molte nazioni del mondo e il patrimonio complessivo di tutti e sette è pari a 949 miliardi di dollari.
ELEMOSINA
In un famoso passaggio dello “Spleen di Parigi”, Baudelaire spiega come la risposta migliore a un povero mendicante sia quella di… riempirlo di botte.
Non per paura o cattiveria, ma per far rinvigorire nel mendicante la rabbia nei confronti di chi possiede ciò che lui non possiede, così da farlo passare dall’elemosina alla violenza di classe.
La teoria di Baudelaire mi pare sinceramente un po’ troppo radicale (e forse nemmeno troppo giusta nei confronti del mendicante), ma rimane tutto sommato migliore di quella che sta offrendo il progressista occidente al problema della povertà e dei senza tetto.
Come racconta un documentario prodotto da Arte e pubblicato in Italia da Internazionale, dal dicembre del 2023 in gran parte della città di Lussemburgo non si può più chiedere l’elemosina. Il divieto, che nelle intenzioni delle illuminata classe politica ha l’obiettivo di aumentare la sicurezza nelle vie del centro, non si discosta molto da quanto avviene in tutte le grandi città europee.


A sx una comoda panchina da salone del design, a dx le panchine realmente posizionate nelle città
Come vi abbiamo raccontato, Parigi in vista delle Olimpiadi aveva operato uno spostamento forzoso (vogliamo chiamarla “pulizia etnica”?) dei senza tetto dal centro alle zone più periferiche, per non urtare troppo gli occhi dei turisti.
A Roma, Milano, come a Washington, Madrid, Atene, Shangai, etc, sono sempre più diffusi elementi di architettura e design ostile, “come i cosiddetti spuntoni anti-senzatetto collocati su superfici piane, davanzali inclinati, panchine con braccioli mediani che impediscono alle persone di distendersi su di esse” (Wikipedia).
Non posso che riprendere le parole Elena Buccioli pubblicate da Criticity: “nella città contemporanea (…) la reclusione o esclusione è soltanto indotta da una serie di indicatori (come il mercato) o di norme (come i piani urbanistici).
Più in generale, è indotta da tutti quei dispositivi e strumenti che le politiche neoliberali della gestione degli spazi mettono a disposizione di pratiche di distinzione, esclusione, marginalizzazione e separazione.
Tali pratiche – interpretabili, a livello globale, nel segno di un unico processo di trasformazione – sono perpetrate attraverso il disegno dello spazio urbano, i cui esiti progettuali esercitano la loro influenza tanto nei confronti di chi esclude quanto di chi è escluso”.
FACTS ARE FACTS. FICTION IS FICTION
Ci sono circa 2.781 miliardari nel mondo, secondo le ultime stime del 2024.
[Forbes]
Negli Stati Uniti ci sono circa 650.000 persone senza fissa dimora.
In Europa, il numero stimato di senzatetto è di circa 700.000 persone.
[OECD]
Il progetto Congo LNG di ENI avrà una capacità complessiva di produzione di gas naturale liquefatto (GNL) di 3 milioni di tonnellate all’anno (circa 4,5 miliardi di metri cubi/anno).
[ENI]
Il reddito medio nella Repubblica Democratica del Congo si aggira intorno ai 1.200 dollari all'anno. Circa il 60% della popolazione vive però al di sotto della soglia di povertà (2,15 dollari al giorno).
Se MARLA ti piace, metti un cuore e falla girare!
Obietto solo, in riferimento alle gif dei miliardari di sopra, che Bill Gates è uno che si discosta dall'oligarchia di tardoadolescenti bulli di cui Musk è l'esempio più netto, almeno è uno che pensa, scrive, finanzia cose utili, ed è favorevole al "tax the rich". Magari.